pizza napoletana alla pizzeria Marì d'Otello a Forlì

Nome del Locale: “La Marì d’Otello”

Indirizzo: Via Isonzo, 51 - Forlì

Recapiti tel.: 389 5916294

Note del segnalatore e/o del recensore. Un paio di segnalatori, quei soliti santi che aiutano a identificare i “posti giusti”, mi hanno indicato questo locale. Reputandomi, lo spero per voi che mi leggete, “pizza-expert”, ho ben pensato di recarmi ben quattro volte ad assaggiare la pizza prima di scrivere l’articolo per un giornale, quindi poer noi.

Marì d’Otello: La prima volta mi aveva portato il mio nipotino io non ero a conoscenza del posto, eppure abito da oltre 35 anni in zona: il nipotino conosce bene i miei gusti e si era sbilanciato avvisandomi che sarei rimasto “a bocca aperta”: così è stato. Pizza buonissima, alias pizza “meridionale”.

Il titolare è il sig. Asirelli Mauro, forlivese doc, già noto come titolare della ex-Pizzeria Forum Livii: assieme al figlio Renam conduce caparbiamente la pizzeria; in cucina troviamo due cuochi di cui uno addetto alla pizza. Forno a legna con utilizzo, và detto a scapito di questi autentici eroi della costosa legna “vera” (aberrare i moderni velenosi compositi) di legname selezionato.

L’arte del pizzaiolo e cuoco forlivese Asirelli Mauro, era già nota quale gestore della famosa pizzeria “Forum Livii”: i forlivesi meno giovani se lo ricorderanno. Dopo la chiusura del locale, Asirelli si trasferisce in Campania (sul casertano) quindi nientedimeno che ad Ischia e continua a fare l’imprenditore e maestro pizzaiolo: lì Mauro ha attinto dettagli e peculiarità della pizza partenopea, che oggi potremo assaporare nel suo nuovo locale, “La Marì d’Otello”.

Il locale:

rifatto ex-novo, è attivo da giugno 2014. E’ un posto “Free” che ti riporta indietro su quei posti in riva al mare: invece siamo a Forlì vicino a Porta Schiavonia.

Appena entrato avverto ambiente semplice e rustico, pulito, in ordine.

Il Locale ha un che free tipo Grecia, Puglia, insomma ti aspetti un temporale che entri nel piatto, è tutto trendy e rustico e mi sovviene la mini-pizzeria a Posillipo dove mi portò un amico e Maestro di Napoli a mezzogiorno a fare pratica (mangiai 5 pizze margherite di cui 2 fritte: 30 anni fa potevo farlo).

Marì d’Otello è ricavato da una struttura in mura bianche, sembra tufo, ricorda certi posti del Salento (terra da amare) difatti le tendine a far da separé son anche lì.

Come entri sulla sinistra troverai un piccolo lavandino attrezzato di tutto punto messo lì per lavarti le mani; davvero singolare.

La Sala principale conduce a quella secondaria, più piccola e un po’ più rumorosa della prima: in tutto avremo sì e nò 50 coperti. Atmosfera festaiola, cordiale, familiare. Una ragazza aiuta ai tavoli assieme a Renam; Mauro farà il resto.

La Pizza Napoletana:

E’ la new-entry “Partenope” che scatena il pezzo in essere: incuriositomi ho chiamato il titolare per una degustazione. Renam Asirelli, che mi conosce bene, mi avverte che il Provolone, ingrediente clou, è quasi finito e mi prega sbrigarmi pena esaurimento scorte. Decido seduta stante per la nuova pizza in degustazione, il verdetto sarà eccezionale, massimo dei voti.Così aggiorno il vecchio pezzo.

Partenope-Story. Renam Asirelli, figlio d’arte, và una settimana in Campania, non è una gita turistica ma un affinamento e ricerca del meglio sul mondo della pizza.

Dopo Silicon Valley, c’è Napoli Valley!

Pizza denominata “Partenope”, in onore della Sirena magica che con un solo colpo di coda, formò il Porto di Napoli. (Napoli città stupenda un po’ caotica ma ricca di sfaccettature contraddittorie).

Renam a Napoli ha incontrato anche maestri storici come sua Eminenza Gigi Sorbillo (in recensione), Michele ed altri. Lo scopo: cercare materie prime nuove da proporre ai romagnoli, sul locale Marì d’Otello: c’è riuscito.

L’ingrediente principale è questo grande formaggio campano: “Provolone del Monaco dop”.

Si tratta di un formaggio a pasta filata, stagionato, semi-duro, prodotto da latte di vacca pregiata di razza Agerolese (Agerola - NA) ottenuto nell’area della penisola Sorrentina-monti Lappari: parliamo di posti incantevoli da vedere almeno una volta nella vita.

C’è molta storia dietro questo provolone: l’appellativo “Monaco” dato dal fatto che i pastori, in inverno, usavano coprirsi con lunghe mantelle durante le lavorazioni, sembrando dei monaci. Bella questa similitudine con i frati, gente che lavora sodo e per poco, giusto come i pastori.

Già a fine dell’800 i pastori più evoluti portavano, in barca a vela,il prezioso formaggio sul porto di Napoli: ai tempi una provola era costosissima e per pochi ricchi golosi buongustai. Oggi è più accessibile, diremmo alla portata di tutti.

Si tratta dell’unico formaggio, assieme a quello di bufala, che vanta la Denominazione di Origine Protetta, anzi, al fine di tutelarlo al meglio, è anche nato il “Consorzio del Provolone del Monaco Dop”. Bravissimi, e siamo a Napoli, ok?

Renam mi spiega che il suo è pure Presidio Slow Food, un’altra chicca che mi fa brillare gli occhi pensando a Carlo Petrini, premiato a Casa Artusi (Forlimpopoli) da me eletto, in piemontese,“Santo vivente!”

Del Monaco Dop: Sapore forte con retrogusto persistente tendente al dolce, note piccanti ma tenui; odore meraviglioso fresco, invitante. Invecchiamento circa 18 mesi. Buccia e muffe sono commestibili! Squisito ed ideale da “fondere”, xciò centrato l’abbinamento, napoletano, con la pizza.

L’assaggio della nuova pizza avviene venerdì 30 marzo: conto regolarmente pagato, articolo gratuito, come sempre.

La pizzeria è piena ed alcuni commensali mangiano anche la Partenope; Clientela eterogenea.

Mi sconvolge una giovane ragazza villica romagnola la quale lascia nel piatto il “Cornicione” (il bordo della pizza, in gergo) un po’ grosso, forse non è abituata a questo tipo di pizza, peccato perché a Napoli è considerata la parte migliore, la più difficile in esecuzione; potrei allargarmi su discorsi nord/sud, tipo “pizza sottile/pizza grossa” ma anche, sigh, “pizza croccante / pizza morbida”. La pizza dev’essere napoletana e basta, come questa.

Comnq il mio “Cornicione” era perfetto.

L’assaggio della Partenope. La pizza è “bianca” cioè senza pomodoro,scelta obbligata, da condividere. Decisamente basica ma non sarà un pizza dietetica, però non è grassa né pesante.

Gli ingredienti: Pizza by mix farina selezionata a base bianca; Mozzarella del tipo “Fior di Latte” (di Agerola); Peperoni del tipo friggiteli (peperoncini dolci un po’ lunghi da non confondere assolutamente coi Friarelli!) saltati in padella; Salsiccia (favolosa); il new entry Provolone del Monaco Dop, presidio Slow Food, di Agerola (NA).Condiscila con un filo d’olio leggero; da bere si consiglia una birra secca sgrumata non troppo alcolica: io ho bevuto acqua naturale per far si che il palato non si confondesse coi sapori. Vedi tu. La salsiccia: dopo la magia del Provolone, è l’ ingrediente mi ha colpito al punto che ho chiesto se fosse stata sbollentata per “sgrassarla”: è stato risposto che era così naturale dal loro produttore di fiducia, rara perfetta magra buona. Poi il Provolone del Monaco Dop: ormai un must su Forlì. Buona cena.

Pizza, quante volte l’ho scritto: per essere napoletana serve un certo spessore sottile ma non carta-velina, base non cruda né bagnata mai secca (pizza secca? sacrilegio!); mordibezza al palato; impasto a lievitazione naturale molto lenta; avrai mozzarella di qualità e posta a tocchettini irregolari, (mai tutta coperta); avrai un sugo di pomodoro di qualità senza semi nè bucce (alcuni, come il Cav. Lello Apicella de “Lo Smeraldo” a Maranello, dove mangiava Schumacher, usano solo pezzi di pomodoro in qua e in là, senza bucce né liquido); un po’ di basilico; il bordo (Cornicione, in gergo) sarà rigonfiato e morbido giammai secco (questa è la parte migliore della pizza: a Napoli è offensivo non mangiarla).

Non è affatto semplice fare una buona pizza, aimè, banalmente ripetitiva il chè porta ad errori, serve molta manualità: una volta messa nel forno, la pizza và “monitorata”, dev’essere alzata sovente con la pala e girata più volte su sé stessa cambiando posizione, vera ginnastica per il pizzaiolo (in certi locali vedrai l’addetto alla pala solo per il forno) è così che dev’essere. La cottura deve essere velocissima (forni che viaggiano sui 450-500 gradi!) da qui l’importanza del girarla: se l’addetto non la ruotasse, avremmo inevitabili bruciacchiature nel punto in cui la pizza tocca il forno dato che non tocca mai uniformemente la base del forno.

Può capitare di trovare bruciature sulla base, “echimmosi”: ad Amalfi, pizzeria N°1, eravamo in 12 sponsorizzati da un boss locale mio amico segnalatore, uno di Salerno: arrivarono le pizze ed erano tutte, ma tutte, col fondo bruciato! Via tutte! Dopo mezz’ora le nuove pizze erano ancora bruciate! Si vede che non era una buona serata amalfitana. Buona serata!

Giorno di chiusura; Mai

Orario di Esercizio: NB: è cambiato, aperto solo la sera.

Chiusura x ferie: Mai

Si può prenotare? Si, la sera: indispensabile.

Carte di Credito? Si.

Come arrivare, itinerario consigliato: Da Forlì portarsi a Porta Schiavonia, verso Bologna: dietro la grande stazione AGIP-Zannoni Gas, troverai Via Isonzo, sulla sinistra vedrai la trattoria-pizzeria: parcheggia lì.

locale è climatizzato?SiLocale ha sale all’aperto? Si, un dehor tipicamente meridionale, bello!

Parcheggio:Antistante, vedi zona AGIP!E’ in ombra? No.

Dimensione del locale: Due sale una piccola ed una più grande: simpatica location tipo Osteria, ma è una Pizzeria!

Note sul Locale e la tavola: Tavola di legno, salvietta in carta, tovagliolo di carta.

Esame dei Servizi Igienici: due bagni in buona situazione, carta asciugamani e dosatore sapone liquido (più il lavello posto nell’ingresso!).

La Cucina come area: Media ampiezza, attrezzata; forno a legna posto nella cucina, spazio relativamente stretto.

Altre eventuali note sulla cucina: offerta di primi e secondi piatti; Pizza di altissimo valore; birre selezionate, di classe.

Direzione: Sig. Asirelli Mauro; Direttore anche di sala, Renam Asirelli.

Chef: Mauro Asirelli. Due addetti in cucina di cui un pizzaiolo, provato, esperto.

Target $$$ (basso; medio; alto): medio-basso.

Descrizione Menù:

Voti scolastici: da 1 a 10.

  • Antipasti: salumi misti romagnoli; Tavolozza detta “Orologio” di formaggi misti con schiacciatina (Ottima).
  • primi piatti: vedasi “menù del giorno” (buoni).
  • secondi piatti: come sopra.
  • dolci: della casa, proposti a prezzi onesti: evidenzio una torta napoletana.
  • caffè,amari,varie: Nella norma.
  • Pizzeria Corso della Repubblica a Forlì (recensito 4LIVE)
  • EATALY (P.zza Saffi – FO) ( Recensito su 4Live)
  • Vittorio (Via Ravegnana – FO) (Recensito 4Live)
  • Le Querce (Via Ravegnana – FO) (Recensito 4Live)

-contorni: di stagione.

Le Pizze:

- Margherita, loro la chiamano “Marì”: era un pò secca, ma di pregio, Voto: da 8 a 9 secondo le varie degustazioni effettuate;

- Calabrese (pomodoro mozzarella salsiccia broccoli),ottima; Voto: 8 e ½;

- Romana(pomodoro, mozzarella, alici, olive taggiasche, capperi).(Un appunto sulle acciughe, troppo “salate”); Pizza di valore, Voto: 8 +;

- Vegetariana (pomodoro, mozzarella, verdure) (Nota: troppa rucola, copre troppo). Pizza comnq ottima; Voto: 7 e ½.

- Vecchia Napoli (mozzarella; provola; salsiccia; friarelli) stupenda, voti: da 9 a 10 e lode (!), secondo le varie 4 degustazioni fatte.

- (seguono altre pizze, es. la 4 stagioni, tutte valide, voti superiori alla media)

-Nel Cestino: -

Voti globali (base 1/10, con 6 è promosso)

Locale=7,5 ;Servizio =8 ; Menù/Pizza: da 8 a 10 / Lode speciale per pizza “Partenope” .

Piatti consigliati. Pizza a base bianca;il top è la “Partenope”; quindi la “Vecchia Napoli”.

Le chimere gastronomiche: La vera Pizza Napoletana.

La Cantina/Carta dei Vini? Poche etichette di vino; registriamo una buona scelta di birre, di pregio.

E la carta …dell’Acqua!!!: Ottima acqua in bottiglia da 75 cc.

L’Olio, il sale & l’Aceto: Nello standard.

“Sulla Porta”. Il locale è citato su queste Guide:

4LIVEwww.4live.it(Rubrica: il + ed il menù )

Prossiamente: “Guida web: Via Emilia e Contorni” (by P. Arpinati).

Puoi anche provare in zona:

Cosa c’è da vedere in zona: Forlì: Musei San Domenico; San Mercuriale; Centro storico.

Merita un Week-end in zona?Certamente si.

In definitiva: La pizza, napoletana: è di casa, la fa da padrona.

dove mangiare la vera pizza napoletana a Forlì