alchimia del cibo e manipolazione della materia
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- su cibo credenze storia, di Roberto Tini
Lavorare in cucina è molto più che preparare il cibo per il nostro sostentamento e per quello dei nostri cari, è attività creativa, è trasformare la materia attraverso il fuoco e questo processo affonda le sue origini nella notte dei tempi.Nella tradizione biblica il libro di Daniele rappresenta il mito dell’iniziazione collegata al fuoco e le scuole esoteriche invitavano gli iniziati ad osservare il “mistero del fuoco”.Nel caso di Daniele la fossa dei leoni rappresenta la fornace e il leone è il fuoco cosmico che impregna l’universo e costituisce la vita nascosta di minerali, vegetali e animali, uomo compreso. Quando l’uomo controlla il fuoco vive la propria esistenza in dolcezza e purezza, diventa un iniziato del fuoco, un re del fuoco.Il simbolo del fuoco è recuperato nelle pratiche degli alchimisti ed è solo una delle 4 tappe per raggiungere l’illuminazione superiore; le altre 3 sono l’acqua, l’aria e la terra e le principali fasi dell’iniziazione alchemica sono la calcinazione, la trasmutazione e la sublimazione. Con la calcinazione l’iniziato immola simbolicamente sull’altare sacrificale l’io profano per rinascere a nuova vita.La trasmutazione anima la natura inferiore elevandola a virtuosa forza animica .La sublimazione è il più alto livello dell’iniziazione del fuoco e incorpora allo spirito la realtà tutta; da questo momento il discepolo non percepisce più le cose sotto l’aspetto umano ma alla luce dello Spirito.L’alchimia classicamente si fa risalire ad Ermete Trismegisto, figura probabilmente immaginaria di origine preclassica, depositario di tutte le scienze sacre segrete compresa la tradizione egiziana della mummificazione dei corpi. I miti dell’alchimia sono sempre stati correlati alla purificazione dei metalli seguendo il principio del “solve et coagula” utile per produrre coloranti, profumi e medicamenti.La presunzione umana ci impone di ordinare, classificare e migliorare lo sviluppo naturale e l’alchimia è lo strumento per dare corpo a tale ordine accelerando i tempi di evoluzione prestabiliti dagli influssi celesti.“Pensa agendo, agisci pensando” è il motto degli alchemici mentre tentano di accelerare il naturale processo verso la perfezione. La ricerca del Graal, la ricerca della parola perduta, la ricerca della pietra filosofale sono un tutt’uno verso la purificazione che si estrinseca nella trasmutazione di tutti i metalli imperfetti in oro puro, la materia perfetta per antonomasia. Tutte le sostanze dell’Universo sono potenzialmente oro nei diversi stadi evolutivi, senza l’intervento dell’uomo iniziato all’arte alchemica questo processo si realizza comunque ma in tempi non definiti.La pietra filosofale diventa così il mistero da scoprire, che di fatto è il mistero dell’intelligenza della natura da conoscere per accelerare i ritmi temporali della trasmutazione verso la perfezione.L’obiettivo del perfezionamento dell’uomo passa così attraverso il perfezionamento dei prodotti artificiali.La distillazione con alambicchi mira ad estrarre lo “spirito” delle cose, legame fra gli elementi terreni e i frutti della terra ed esemplificazione della cosiddetta “via umida” dell’alchimia, contrapposta alla “via secca” che utilizza il fuoco per fondere le sostanze (solve) purificarle e riaggregarle (coagula) in una forma evolutivamente superiore.In epoca romana il mito dell’”Homo faber” premia chi si pone come artefice del proprio destino, anzi, l’uomo romano per essere tale deve piegare la natura e gli elementi alle proprie necessità, portando acqua dove non c’era, camminando dove non si poteva, varcando fiumi invalicabili.Con l’avvento del cristianesimo prevale la dottrina dell’uomo che si lascia trasportare o travolgere dall’ineluttabilità divina, biasimando parallelamente ogni tentativo di opporvisi.L’alchimista osa creare e trasformare tramite il fuoco mettendosi in competizione in modo blasfemo con la volontà divina utilizzando, per sovramercato, il tradizionale strumento demoniaco. Non stupisce l’alone di sospetto, l’accusa di essere dediti ad arti magiche piuttosto che amanti della scienza e della conoscenza che ha accompagnato per tanto tempo la figura dell’alchimista. La stessa parola alcool deriva dall’arabo “al-ghul”, lo spirito del demonio!Furono necessarie molte generazioni per capire l’importanza dell’integrazione tra alchimia, arti e mestieri allo scopo di acquisire la piena consapevolezza della propria determinazione della vita.Oggi, dopo 25 secoli, ogni volta che disidratiamo verdure, caramelliamo zuccheri, denaturiamo proteine decisi a elaborare gustosi manicaretti, rinnoviamo l’antico rito della manipolazione della materia, la sua trasmutazione da un vile livello ad un superiore stato di, irrangiungibile, perfezione.
la manipolazione del cibo